Gli Stati Generali di TES, Fina: “No alla politica del rinvio”, Pichetto Fratin: “Il processo va accompagnato”. I dati sulla transizione ecologica

“Il tema della transizione va affrontato con equilibrio, vanno coniugati più fattori compresi i percorsi di vita e i processi produttivi. Il sistema produttivo deve cambiare pelle rispetto alla nostra quantità di emissioni e di utilizzo dell’energia. Nel 2030 dovremo avere i due terzi dell’energia che vengono dalle fonti rinnovabili e un terzo dalle fonti fossili, ribaltando il quadro odierno”: lo ha detto il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin nel corso degli Stati generali della Transizione ecologica, che si sono svolti oggi a Roma, organizzati dall’associazione TES.
 
“Dobbiamo accompagnare il processo di sviluppo – ha detto il ministro – ad esempio per quanto riguarda il dibattito europeo sull’auto siamo tutti convinti che l’obiettivo finale sia l’aumento esponenziale dell’elettrico, ma ci sono anche altri percorsi, la tecnologia ci permette di andare avanti anche su altri fronti. Dobbiamo stare attenti a porre vincoli di legge tali da danneggiare il sistema produttivo, da qui discende la posizione dell’Italia e della Germania, paesi produttori, che devono preoccuparsi di accompagnare questo cambiamento”. Per quanto riguarda la questione della direttiva sull’efficientamento energetico degli edifici per Pichetto Fratin deve fare riflettere “che con il superbonus siamo intervenuti su 360mila immobili, ce ne vuole per arrivare a tre milioni e mezzo. E’ importante la percezione, che il cambiamento diventi un’opportunità”.
 
Il senatore Michele Fina, presidente onorario di TES, ha raccontato che “quando abbiamo immaginato l’associazione abbiamo pensato una zona franca, in cui discutere tra opinioni e interessi diversi per trovare punti di incontro. Ci sono tanti fronti: il principale è quello della transizione energetica, che riguarda l’efficientamento energetico e la sfida delle rinnovabili, poi c’è il fronte del contrasto ai cambiamenti climatici. Ho promosso l’intergruppo sul tema che è diventato in breve il più nutrito. Intorno a queste sfide c’è l’idea che si può produrre nuovo lavoro, a patto che la transizione del sistema economico sia governata, va capito come non lasciare nessuno indietro. Non ci convince la politica del rinvio, figlia della convinzione che siamo fermi, ma in realtà siamo su un piano inclinato”.
 
In seguito interventi da esponenti delle istituzioni, dell’economia, del mondo universitario e della ricerca, della rappresentanza sociale, tra cui WWF, ENEA, Confagricoltura, Elettricità Futura, Fillea Cgil, Unioncamere.
 
Presentati dati sullo stato della transizione ecologica. Alessandro Rinaldi ha fornito quelli dell’ufficio studi G. Tagliacarne di cui è direttore: per quanto riguarda le scelte di investimento del triennio 2022 – 2024 il 35 per cento delle imprese dichiara di non avere avviato né la transizione ecologica né quella digitale, il 31 per cento entrambe; il 9 per cento delle imprese ha scelto investimenti finalizzati sia a contrastare l’aumento dei prezzi che ad aumentare la propria competitività; è cresciuta in due anni, dal 29,7 del 2019 al 36,9 per cento del 2021, la quota di imprese tra quelle che ritengono le competenze green di capitale importanza che hanno difficoltà a reperire capitale umano; è stato rilevato che nelle imprese che hanno avviato transizione green e digitale la produttività è cresciuta del 14 per cento. Ludovica Marinaro, responsabile scientifica di TES, ha richiamato i dati IPSOS: il 69 per cento delle persone si dichiara attenta alle questioni ambientali, l’82 ritiene che i cambiamenti climatici dipendono da attività umane, l’80 che arriveranno disastri ambientali se non si cambiano rapidamente abitudini.