Lo spreco alimentare rappresenta un’abitudine umana del nostro secolo che ha ripercussioni dal punto di vista #etico, #morale, #sociale e che è causa di ingenti danni a livello #economico e #ambientale.La quantità globale di cibo sprecato ogni anno, circa un terzo di quello prodotto, è superiore a quanto necessario per sfamare le persone denutrite nel mondo.Una cultura della #sostenibilità ambientale, economica e sociale non può contemplare e accettare lo spreco, sia quello dei Paesi ricchi che avviene principalmente nelle case, nei ristoranti e nella catena di distribuzione, sia quello dei Paesi in via di sviluppo, che nasce soprattutto nei campi per la difficoltà di raccogliere, conservare e trasportare quanto viene coltivato.L’Agenda #ONU per lo Sviluppo Sostenibile, con il “Goal” numero 12, ha posto come obiettivo da raggiungere nel 2030 la riduzione dello spreco alimentare globale del 50% .La Commissione #Europea ha predisposto la strategia denominata “farm to fork”, che mira a ridurre l’impronta ambientale complessiva del sistema alimentare europeo e che consiste in un piano decennale messo a punto per guidare la transizione verso un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente; sono stati stabiliti obiettivi in più settori: produzione alimentare, trasformazione alimentare, ingrosso, imballaggio alimentare, dettaglio, ospitalità e servizi alimentari, consumo alimentare con diete sane e sostenibili e naturalmente riduzione dello spreco alimentare.Anche l’#Italia deve lavorare pertanto al raggiungimento di questi fondamentali traguardi e la giornata di oggi è un’occasione importante per sostenerli e rafforzarli.

5/02/2022

di Ludovica Marinaro