È iniziata la fase di transizione che nell’arco delle prossime settimane porterà Joe Biden a insediarsi alla presidenza degli Stati Uniti. Si possono notare da subito alcuni messaggi lanciati da Biden in queste ore, che non potranno che dare il segno e la forma alla sua amministrazione.

La diversità dall’approccio di Donald Trump sta emergendo in maniera ancora più netta rispetto alla campagna elettorale; Biden ignora accuratamente gli scontri e appare attento a distinguersi da Trump per la volontà di includere e pacificare.

È un messaggio che vale per la politica interna, ma anche per ciò che concerne i rapporti internazionali: in questo senso, l’atteso rientro degli Stati Uniti nell’accordo sul clima di Parigi e nell’Organizzazione mondiale della sanità segnano un doppio passo dal forte valore simbolico, il ritorno a braccetto nella politica americana, al suo livello più alto, del percorso e del lavoro per la transizione ecologica e del riferimento costituito dalla scienza.

Ciò che più di tutto Trump aveva rigettato nel corso del suo mandato presidenziale, arrivando nella fase di emergenza sanitaria a dichiarazioni e gesti persino irresponsabili. Fino all’ultimo, inutile e fuori tempo massimo: la rimozione di Michael Kuperberg, responsabile da anni del rapporto sul clima.

Esaminando, tra campagna elettorale e fase immediatamente successiva al voto, le azioni e le prese di posizione pubbliche di Biden, si trovano diversi riferimenti della presenza dell’accoppiata ambiente – scienza, una circostanza che non potrà che esercitare i suoi influssi anche al di fuori degli Stati Uniti, sia dal punto di vista economico che politico e culturale.

Biden ha annunciato nei mesi scorsi che una parte consistente degli investimenti che promuoverà da presidente, circa 2000 miliardi, saranno indirizzati a un target che comprende nello stesso gruppo di obiettivi le infrastrutture, l’energia pulita, la ricerca e sviluppo, il 5G. Il piano si unisce a decisioni più a breve termine, su tutte la prossima cancellazione di alcune politiche distruttive per l’ambiente che il suo predecessore ha istruito tramite ordini esecutivi.

Da ultimo, ma certo elemento non secondario, la scelta di valorizzare come mai prima d’ora la dinamica del cosiddetto ticket. Accentuando il peso e la portata innovativa della figura di Kamala Harris si attribuisce anche ulteriore importanza alla scelta di fare del contrasto al cambiamento climatico, cavallo di battaglia della prossima vicepresidente, un obiettivo di punta della nuova amministrazione.

Sul fronte che riguarda la pandemia, è significativo l’appello di Biden alla popolazione per l’utilizzo della mascherina oltre naturalmente all’istituzione di una task force contro il contagio costituita da medici e scienziati. La nuova amministrazione, in attesa di un vaccino che in queste ore sembra più vicino, lavorerà anche per portare coordinamento nelle azioni di contrasto al virus.

Ce n’è abbastanza in sintesi per affermare la centralità di scienza e politiche ambientali nell’approccio della nuova amministrazione americana, tanto da potervi leggere già da adesso gli elementi portanti della ritrovata inclusività dell’America. Affermare e promuovere assieme scienza e ambiente significa puntare sulla priorità della protezione e della tutela della salute della popolazione: è una circostanza di grande rilevanza, che potrà potenzialmente essere portatrice di nuovi, benefici effetti anche per le politiche al di fuori degli Stati Uniti, a cominciare da quelle dei partiti progressisti, compresi quelli europei.


Michele Fina

(da Huffington Post)