“Nei prossimi mesi sarà attuata un’emissione di bond, da parte del governo italiano, strettamente legata a obiettivi green. Saranno presumibilmente di durata superiore ai dieci anni e saranno una novità assoluta nel panorama italiano”: lo ha detto il viceministro dell’Economia, Antonio Misiani, partecipando al tavolo “Sistema bancario e sostenibilità ambientale: sinergie per il rilancio economico”, organizzato dall’associazione Transizione ecologica solidale (TES). Tra gli argomenti al centro dell’incontro la capacità del sistema di individuare nuovi strumenti finanziari in grado di sostenere gli investimenti privati per la riconversione ecologica e l’efficientamento energetico e il peso del bilancio sociale nella capacità di accesso al credito delle imprese.

La dimensione finanziaria della transizione ambientale, ha detto Misiani, era già presente nella Legge di Bilancio 2020, con misure come “il piano pluriennale degli investimenti legato a obiettivi di sviluppo sostenibile e il fondo per la concessione di garanzie per progetti green”. Sulla fase economica attuale il viceministro ha detto che “è d’obbligo tenere assieme il sostegno alle famiglie e alle imprese – lo abbiamo fatto con i 108 miliardi che abbiamo iniettato nel sistema economico nel 2020 e continueremo a farlo con la Legge di Bilancio e lo scostamento di bilancio – con la programmazione dello sviluppo futuro, quindi Next Generation Eu e il Piano nazionale di ripresa e resilienza. L’Italia è il Paese principale beneficiario, su di essa ricade anche la responsabilità di una celere implementazione”.

Tra gli interventi anche quello dell’amministratore delegato di Medio Credito Centrale, Bernardo Mattarella, che ha spiegato che “l’Autorità bancaria europea introdurrà nel 2021 l’obbligo di monitorare rischi Esg (ambientali, sociali e di governance). Nell’ottica della transizione ecologica sarà cruciale il collegamento tra il mondo della finanza e le imprese. Gli strumenti sono i prestiti obbligazionari finalizzati, come i green e social bond. L’Italia è al nono posto in Europa per questo tipo di emissioni, anche perché sono tipiche di grandi imprese mentre il nostro Paese è caratterizzato da un tessuto di piccole e medie aziende ed è molto bancocentrico. Rendere più appetibili per gli intermediari finanziari le emissioni con finalità sociali o green può essere utile per far sì che gli stessi intermediari selezionino investimenti eleggibili”. Per Luciano D’Alfonso, presidente della Commissione Finanze del Senato, “la rottura di civiltà determinata dalla pandemia porterà a un’innovazione negli strumenti. Si sta distribuendo la consapevolezza di una democratizzazione del mercato finanziario, la priorità è l’approvvigionamento energetico resistente e decarbonizzato. Siamo dentro una straordinaria rivoluzione”.